Martino Giuseppe Morellini, classe 1866, parte da Lesa (in Piemonte, provincia di Novara) col solo patrimonio del mestiere di “lusciat” per far fortuna.
Probabilmente in compagnia di un Romerio, stagnino della zona di Carpugnino arrivano in Brianza dove nel 1892 Martino sposa Amalia Manzoni.
Col matrimonio ed una sede finalmente fissa, nasce la prima piccola produzione casalinga che integra il mestiere di ombrellaio riparatore.
Un paio d’anni dopo, il 13 Aprile 1894, nasce il primogenito Ettore che sarà il continuatore del mestiere paterno.
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Martino Giuseppe Morellini, classe 1866, parte da Lesa (in Piemonte, provincia di Novara) col solo patrimonio del mestiere di “lusciat” per far fortuna.
Probabilmente in compagnia di un Romerio, stagnino della zona di Carpugnino arrivano in Brianza dove nel 1892 Martino sposa Amalia Manzoni.
Col matrimonio ed una sede finalmente fissa, nasce la prima piccola produzione casalinga che integra il mestiere di ombrellaio riparatore.
Un paio d’anni dopo, il 13 Aprile 1894, nasce il primogenito Ettore che sarà il continuatore del mestiere paterno.
È il 1910 ed ai prodotti venduti per lo più per la strada e in qualche mercatino si affianca la bottega, dove vengono commercializzati anche bauli e cappelli da uomo.
Ettore deve partire per la Grande Guerra dalla quale tornerà Sergente Maggiore. Sempre al fianco del padre Martino, corre l’anno 1921 quando convola a nozze con Angela Besana.
La famiglia comincia ad ingrandirsi e con essa la produzione di ombrelli.
Un cavallo nella stalla vicina alla bottega ed un carretto sono gli strumenti necessari a portare il commercio nei mercati comunali.
Destinati a camminare sulle orme del nonno e del padre i figli Augusto ( classe 1926 ) e Mario ( ’29 ) si danno da fare appena finite le scuole di avviamento professionale.
La bottega artigiana si ingrandisce e alle sue spalle si fa posto ai primi operai ed operaie.
Il “sciur” Ettore è ormai uno dei punti di riferimento del paese e fornitore dei migliori cappelli ( Barbisio e Borsalino ) bauli e ombrelli dei signori della zona, compresi il signor Parroco, il farmacista e via discorrendo.
Il tempo scorre lentamente nelle campagne della alta Brianza fino alla Seconda Guerra Mondiale, che peraltro non porta molto scompiglio.
La clientela si allarga e si raggiungono i confini di Milano e Bergamo – da raggiungere agli inizi rigorosamente in bicicletta.
La svolta verso la produzione industriale arriverà solo verso i primi anni ’60.
Nel 1957 sia Augusto che Mario mettono su famiglia.
Sia Carla ( moglie di Augusto) che Rosa detta Rosetta ( sposa di Mario) sono in azienda e motivano sempre di più le famiglie Morellini ad ampliare ed espandere l’attività.
La sede originaria ricavata nei magazzini del retro bottega ed allargata conseguentemente affittando un magazzino adiacente è ormai troppo piccola. Al piano superiore uno degli appartamenti ha già dovuto essere ridimensionato per far posto al necessario magazzino di merce finita.
È ora di muovere l’attività fuori centro. Il 1965 si inaugura la prima campata del nuovo stabilimento ( “ul capanon” ) che un lustro più tardi già viene affiancato da una nuova campata, inaugurata finalmente i primi del ‘72
La forza lavorativa arriva a 30 persone tra operai e impiegati affiancati da tutti i familiari ed integrati subito da numerosi gruppi di lavoro esterni.
Una sede staccata dedicata alla cucitura e confezionamento dell’ombrello, senza impugnatura, nasce a Boario ( BS) che verrà però chiusa alla fine degli anni ’70 dopo riorganizzazione industriale interna ed aumento della produzione.
Siamo ormai arrivati agli anni ’80 e la quarta generazione si affaccia alla ribalta.
È dai primi anni di vita che Alessandro – figlio di Augusto – ed il più giovane cugino Ettore – figlio di Mario – giocano tra le macchine da cucire, si accampano sotto le montagne di ombrelli lasciati aperti ad asciugare dopo la stiratura a vapore, ascoltano le chiacchere degli operai e imparano le malizie del mestiere.
Estati di vacanze scolastiche passate a far da garzoni in fabbrica sotto il comando degli operai.
Finite le scuole superiori è purtroppo necessario per Alessandro entrare in modo definitivo in fabbrica dopo la prematura scomparsa di Augusto.
Qualche anno più tardi anche Ettore comincia il suo percorso stabile in ditta, affiancando il padre Mario.
Verso fine anni Ottanta la Ditta Ombrellificio Morellini s.a.s è tra le prime in Italia e si espande su mercati esteri vendendo stabilmente in Spagna ed in Germania con qualche risultato sporadico su altri mercati – Grecia, Australia, Francia etc.
La necessità di aumentare i fatturati e la penetrazione nei mercati implica l’integrazione della produzione interna con le prime importazioni di prodotti semi-finiti dall’Asia.
Il 1991 è l’anno del passaggio delle consegne ed Alessandro ed Ettore sono i nuovi proprietari dell’ Ombrellificio Morellini s.n.c. di Alessandro Morellini e C.
È ormai l’inizio della rincorsa ai prezzi sempre più bassi e all’aumento dei quantitativi, che porta ad operare nuovamente con terzisti ed all’accrescimento delle importazioni.
Uno ad uno i dipendenti – in azienda quasi tutti da una vita – scemano, chi per passaggio a nuovo lavoro chi per pensionamento.
I viaggi in Cina per sviluppare le collezioni, iniziati il 1993 dopo qualche anno di acquisti indiretti, si devono fare più frequenti.
Siamo ad oggi. L’attività prima artigiana e poi industriale ha ormai lasciato il posto al commercio.
L’attività di ricerca e sviluppo, lo studio delle collezioni, il marketing sono svolte ancora a Besana, dove ormai la fabbrica ha lasciato il posto ad uffici e magazzini.
La produzione è demandata totalmente a terzi sia direttamente con produzione ad hoc nelle fabbriche cinesi, dove si è stabilito un ufficio ad uso di Alessandro sia indirettamente distribuendo prodotti di un partner Spagnolo, di Barcellona.
La vendita, un tempo svolta unicamente da Ettore e conseguentemente da Augusto ed a volte da Mario, ora è affidata ad un numero di agenti di commercio che coprono il Paese sia all’ingrosso che al dettaglio.
Una speciale attenzione ai mercati esteri è data dalla partecipazione a Fiere internazionali più volte all’anno, quali Mipel a Milano ( fiera della pelletteria ed accessori d’abbigliamento), ILM ad Offenbach in Germania ( stessa tipologia ) talvolta al Macef a Milano ora diventato HoMi e ultimamante Fashion Fair a Poznan, in Polonia.
… e la storia è ancora tutta da scrivere!
Un cordiale saluto
Alessandro ed Ettore Morellini
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Storia- l'ombrello ieri e oggi
L'ombrello fu all'origine, presso vari popoli dell'antichita', un attributo del potere e della dignita', specialmente sacerdotale, o addirittura un elemento del culto: in questo senso e' testimoniato in dipinti e rilievi cinesi, egiziani, mesopotamici, ecc.
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L'ombrello fu all'origine, presso vari popoli dell'antichita', un attributo del
potere e della
dignita', specialmente sacerdotale, o addirittura un elemento del culto: in questo senso e' testimoniato in dipinti e rilievi cinesi, egiziani, mesopotamici, ecc.
Gia' nell'antica Grecia del V secolo a.C., tuttavia e' attestato dagli autori il suo impiego come oggetto di uso comune ma riservato alle caste piu' nobili e considerato segno di estrema raffinatezza. Presso le matrone romane assunse poi forme di grande eleganza, come ci riferiscono Marziale e Giovenale.
Nei primi tempi del cristianesimo, l'ombrello doveva essere usato nelle processioni come un baldacchino portatile: lo confermerebbe la tipica decorazione ad ombrello che vediamo in molte volte o absidi a mosaico.
Negli affreschi di San Silvestro ai Santi Quattro Coronati in Roma (1250 circa) si vede l'ombrello, decorato e variopinto, usato solo per coprire il pontefice e non i sovrani, cardinali e dignitari presenti nelle storie.
L'uso dell'ombrello inteso come schermo dal sole e dalla pioggia si estese comunque solo a partire dal XVI secolo.
Era allora costruito su un'ossatura pesante, coperto probabilmente di cuoio o di robuste stoffe e portato da una persona diversa da quella che ne usufruiva, cioe' da un valletto o servo.
Nel XVIII secolo si generalizzo' l'uso di ombrelli piu' leggeri e individuali, graziosamente disegnati, coperti di stoffe leggere con trine, nastri, ecc.; sembra che l'ispirazione venisse dall'Oriente, dove ombrelli del genere si usavano da tempo.
Nel XIX secolo l'ombrello assunse la forma che conserva tuttora: piu' grande e robusto per gli uomini, coperto di stoffa scura (seta "gloria", tela o tessuti sintetici), piu' leggero, piccolo ed elegante per le donne, e generalmente colorato e ornato di disegni.
L'evoluzione di vari tipi di ombrello si puo' osservare nel curioso
Museo dell'ombrello e del parasole di Gignese, presso il Lago Maggiore.
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